Il Prezzo di carico delle Stock Option: una guida facile

In alcuni precedenti articoli abbiamo trattato il funzionamento delle Stock Option (cosa sono, come funzionano, …) e la loro fiscalità. Proviamo ora a chiarire anche quale sia il prezzo di carico dei piani di Stock Option o Stock Grant.

Cosa è il prezzo di carico delle Stock Option?

E’ il prezzo su cui verrà calcolata la plusvalenza nel momento in cui il beneficiario, che ha ricevuto le azioni, decide di rivenderle a terzi (o sul mercato, se la società è quotata in borsa).

Chiariamo con un semplice esempio: Tizio ha ricevuto nel 2019, in qualità di dipendente-beneficiario di un piano di Stock Option, 1.000 azioni della società Alfa, quotata in borsa in Italia. Ai tempi (nel 2019), ha pagato uno strike price di 1.00€ per azione. Nell’ottobre 2022 vende le proprie azioni in borsa, ad un prezzo di 2.25€. A quale tassazione è soggetto alla vendita?

Per rispondere, dobbiamo sapere quale sia il prezzo di carico delle Stock Option (o dello Stock Grant).

La cessione delle azioni rappresenta una “plusvalenza finanziaria” (anche detta: “capital gain”), che ai fini fiscali è un Reddito diverso. Come tale (nell’ipotesi di partecipazioni non qualificate), la tassazione ammonta al 26% della plusvalenza.

Come si calcola la plusvalenza?

La formula è semplice: (Prezzo di cessione – Prezzo di carico). Il prezzo di cessione è chiaro, sono i 2.25€ pari al prezzo di vendita sul mercato. Ma quale è il prezzo di carico delle stock option?

Qui viene in aiuto l’art 68 comma 6 del TUIR, nel quale si stabilisce che il prezzo di carico è pari alternativamente a:

  • il prezzo di acquisto (es: se si comprano le azioni sul mercato o da terzi)
  • il valore assoggettato a tassazione. Le stock option rientrano in questo secondo caso.

Come avevamo visto nell’articolo “Trattamento fiscale Stock option: i chiarimenti dell’Agenzia” il beneficiario di un piano di Stock Option o di Stock Grant nel momento in cui riceve le azioni – anche se non ha ancora monetizzato – paga imposte sulla differenza tra (i) il valore normale determinato ai sensi dell’articolo 9 del Tuir, al momento dell’esercizio del diritto di opzione, e (ii) quanto corrisposto dal lavoratore dipendente a fronte dell’assegnazione stessa“. Dove il valore normale è il valore di mercato alla data.

Ovvero, se nel 2019 il beneficiario ha pagato 1.00€ ciascuna azioni che, in quel momento, valevano in borsa (poniamo) 1.15€, il suo reddito 2019 è stato già assoggettato a una imposizione sugli 0.15€ di differenza.

Questa imposizione costituisce di fatto una sorta di “affrancamento”, ovvero il beneficiario ha già pagato le imposte fino al valore di 1.15€. E quindi il prezzo di carico delle stock option ammonta, in questo caso, a 1.15€.

Pertanto, quando nel 2022 vende le azioni a 2.25€, matura una plusvalenza pari a 2.25-1.15 = 1.10€ per ciascuna azione. Poichè il beneficiario ha rivenduto tutte le sue 1.000 azioni, si genera una plusvalenza complessiva (capital gain) pari a 1.000*1,10€=1.100€.

La tassazione ammonterà quindi a 1.100*26%=286€.

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