La quotazione AIM Italia: costi, benefici, pro e contro

In questo articolo proviamo a fornire una rapida panoramica di cosa è e come funziona il mercato AIM Italia e perchè la quotazione AIM può essere utile alle PMI italiane, quali consulenti servono e quanto costano, per passare infine a una rapida analisi di quelli che sono – a nostro avviso – principali pro e contro di un IPO su AIM Italia.

AIM Italia è il segmento di Borsa Italiana dedicato alla quotazione di PMI in cerca di capitali per finanziare la crescita. Considerato che il tessuto italiano è composto per la grandissima maggioranza da PMI, la quotazione su AIM Italia può essere un importante canale di finanziamento per le aziende sane e in crescita del nostro paese.

A giugno 2020, su AIM Italia sono quotate 128 società operanti in 10 diversi settori. Il totale dei capitali raccolti in IPO (anche da società ora passate su MTA o delistate) ammonta a 3.9 Miliardi di Euro

I requisiti formali della quotazione AIM

AIM Italia è di gran lunga il mercato più flessibile di borsa. I requisiti “formali” sono molto poco impegnativi, essendo ben più rilevanti quelli “sostanziali” (che vediamo nel prossimo paragrafo).

Dal punto di vista formale viene richiesto:

  • Flottante (semplificando: la “quota collocata sul mercato”) almeno pari al 10%
  • Offerta rivolta soprattutto a investitori istituzionali (almeno 5 devono sottoscrivere l’IPO)
  • 1 Bilancio Certificato (se esistente)
  • Governance: C.d.A. con 1 amministratore indipendente
  • Investor Relations Manager e Sito Web Obbligatorio

In sintesi: davvero il minimo sindacale… Non ci sono obblighi rispetto ai principi contabili da adottare (possono essere Italiani, Internazionali, Americani), nè ci sono vincoli sulla dimensione minima dell’offerta o della capitalizzazione.

Tra i requisiti formali c’è infine l’obbligo di una figura ad-hoc, il Nomad – che sta per “Nominated Adviser” – un consulente iscritto in un apposito registro di Borsa il cui ruolo principale è valutare l’appropriatezza della società ai fini dell’ammissione al mercato, e poi supportarla nel mantenere un profilo adeguato di trasparenza informativa nei confronti degli investitori.

I requisiti sostanziali della quotazione AIM

Sono i “veri” requisiti da rispettare per chi vuole quotarsi su AIM. Sono basati sulle reali prospettive di crescita e gestione del business della società:

  • Orientamento alla creazione di valore
  • Strategia chiara e sostenibile
  • Trasparenza contabile
  • Buon posizionamento competitivo
  • Autonomia gestionale
  • Ricavi e marginalità in crescita
  • Valida struttura manageriale
  • Struttura finanziaria solida

I consulenti

La quotazione AIM vede un primo e principale consulente, il Nomad, di cui abbiamo parlato in precedenza. Tra i più “attivi” (per numero di società seguite) troviamo CFO Sim, Integrae SIM, Envent Ltd.

In fase di quotazione la società deve poi farsi assistere dal Global Coordinator, con il compito di coordinare il collocamento dei titoli della società sul mercato.

A quotazione avvenuta, la società deve dotarsi di uno Specialist, che avrà il compito di sostenere la liquidità del titolo, anche redigendo un apposito studio (cosiddetta “Research”) sulla società, nel quale studiare e illustrare le prospettive future della società, giungendo anche alla definizione di un “Target Price”, ovvero un obiettivo di prezzo.

Può accadere – ma non è obbligatorio – che Nomad, Global Coordinator e Specialist siano la stessa figura.

Altre figure necessarie e molto importanti sia durante il processo di quotazione sia dopo sono lo studio legale e la società di revisione.

Altri consulenti sono l’advisor finanziario, la società di comunicazione e il consulente in investor relations: a nostro avviso consulenti il cui coinvolgimento dipende dalla capacità – o meno – della società di gestire in autonomia questi temi.

Il costo dei consulenti… e del processo di quotazione AIM

Come sempre la risposta è: dipende. Consulenti diversi hanno costi diversi, così come operazioni piccole possono costare meno, ma in % sulla raccolta molto di più, rispetto a operazioni grandi. Proviamo di seguito a dare una stima dei costi per una quotazione “media” (raccolta sui 5-10 milioni di euro), dividendo tra il costo “una tantum” per la quotazione e – laddove applicabile – il costo annuale per rimanere quotati (indicato tra parentesi)

  • Nomad: 100.000 euro (poi 30-50.000 euro annui)
  • Global Coordinator: 1% sul totale raccolta
  • Fee per la raccolta fondi: 3-4%
  • Specialist: 20.000 euro (poi 30-40.000 euro annui)
  • Studio legale: 40-60.000 euro (poi 15-20.000 euro annui)
  • Società di revisione: 20-40.000 euro (poi 10-20.000 euro annui)
  • Fiscalista per due diligence: 5-10.000 euro
  • Borsa: 15-20.000 (poi 15-20.000 euro annui)
  • Consob: (solo costo annuo posto quotazione, circa 5.000 euro)
  • Società che gestisce il libro soci (dematerializzato): 10.000 euro (poi sui 15.000 euro annui)
  • Montetitoli: (solo costo annuo posto quotazione, circa 3.000 euro)
  • Notaio (per deliberare l’aumento di capitale): 10.000 euro

A ciò possono aggiungersi i costi per la comunicazione, sia per il “roadshow” da fare pre-quotazione, sia per mantenere una adeguata visibilità post quotazione. Parliamo anche qui di alcune decine di migliaia di euro, sia pre-quotazione “una tantum”, sia “ricorrenti” post quotazione.

Un momentaneo aiuto per ridurre i costi di quotazione AIM

La legge di bilancio 2018 ha introdotto per le PMI che si quotano entro il 31 dicembre 2020 “in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione” (quindi anche su AIM) un credito d’imposta pari al 50% delle spese di consulenza sostenute, fino a un massimo di 500.000 euro. Sono però escluse da questo contributo le fee variabili da riconoscere a chi effettua la raccolta fondi.

Perchè quotarsi su AIM… i PRO (a nostro avviso)

Tra i benefici della quotazione, ci sono a nostro avviso

  • Raccolta di capitali per la crescita: con la quotazione la società raccoglie risorse per finanziare la propria crescita. La disponibilità di capitali per la crescita è tanto più vera quanto più si vede la quotazione in un’ottica di medio-lungo periodo: la più bella definizione di mercato è a nostro avviso quella di “un nuovo socio con disponibilità di capitali pressoché infinita“: se il mercato crede nei piani di crescita, non ha certo problemi di liquidità e disponibilità! La quotazione consente inoltre di ampliare e diversificare le fonti di finanziamento (qui un articolo sulle classiche forme di finanziamento a debito per le PMI)
  • Visibilità e standing: la quotazione migliora lo status e la credibilità della società, nei confronti di tutti gli interlocutori: clienti, fornitori, competitor, e community. Incluse le banche, verso cui aumenta la capacità contrattuale verso le banche. E inclusi eventuali operatori (industriali o finanziari) interessati a operazioni di acquisto della società.
  • Valutazione della società: la quotazione permette di attribuire un valore oggettivo alla società, e di rendere misurabili le sue performance sul mercato. Ciò consente di finanziare le acquisizioni, anche tramite scambio di azioni. Rende inoltre possibile l’introduzione di piani di incentivazione per management e dipendenti, coinvolgendoli nei risultati dell’impresa e facendoli partecipare al progetto imprenditoriale.
  • Exit strategy: la quotazione consente di dare flessibilità e liquidità all’azionariato, consentendo ai soci non più motivati di liquidare, in tutto o in parte, la loro partecipazione. A tal proposito gioca un ruolo importante la liquidità del titolo. Ma, d’altro canto, a questi fini è certamente meglio la poca liquidità di AIM che la totale illiquidità di un titolo non quotato!
  • Attrazione di nuovi talenti: lo status di società quotata, agevola l’attrazione di talenti a tutti i livelli, che possono maturare un percorso professionale riconosciuto anche dal mercato.
  • Adozione di best practice: l’adesione alla regolamentazione di Borsa Italiana, la risposta a requisiti di trasparenza, alla pubblicazione di ricerche, a requisiti sostanziali e formali, rappresenta un elemento virtuoso per la società stessa e per il mercato.

Perchè non quotarsi… i CONTRO (a nostro avviso)

I “contro” si dividono a nostro avviso in due categorie

I CONTRO CHE SONO SOLO CONTRO

In questa categoria ci sono certamente i costi – costi diretti o “costo opportunità” – per mantenere lo stato di quotata. Non sono pochi. Li abbiamo elencati sopra, nel paragrafo sui costi. Facendo una rapida somma si arriva facilmente a una cifra superiore ai 200 mila euro annui, senza considerare il costo del tempo delle persone chiave (Amministratore Delegato, CFO, team marketing&comunicazione, …) specificatamente dedicato alle varie necessità e problematiche legate allo status di società quotata: questo costo del tempo può essere circa pari a quello dei costi esterni citati prima.

I PRO CHE POSSONO DIVENTARE CONTRO

Ripercorrendo l’elenco sui PRO, notiamo che alcuni possono facilmente diventare CONTRO:

  • Visibilità e standing: i – giusti – obblighi di comunicazione verso il mercato impongono un livello di trasparenza elevato, molto diverso rispetto a quello cui sono abituate molte (quasi tutte) le società non quotate. Questo rende ben visibile ai competitor (e ai fornitori) i risultati conseguiti, le strategie in essere, …
  • Valutazione della società: la quotazione permette di attribuire un valore oggettivo alla società. Ma se questo valore è basso, magari perché il mercato è poco interessato alla società e la conseguente illiquidità crea pressioni al ribasso del titolo… si crea un circolo vizioso per cui la valorizzazione rischia di essere minore di quella che si sarebbe spuntata da società non quotata.
  • Exit strategy: lo abbiamo detto prima: a tal proposito gioca un ruolo importante la liquidità del titolo. E non c’è nulla di peggio per i corsi di un titolo di una situazione di illiquidità in cui alcuni soci vendono e ribassano ancora il titolo.
  • Adozione di best practice: l’adesione alla regolamentazione di Borsa Italiana, la risposta a requisiti di trasparenza, alla pubblicazione di ricerche, a requisiti sostanziali e formali, … fa crescere i costi.

E quindi? Quotazione AIM oppure no?

…to be continued…

Sei interessato a un approfondimento?

Stai valutando un progetto di quotazione su AIM e hai bisogno di maggiori informazioni? Contattaci senza impegno, puoi farlo facilmente dalla nostra pagina contatti, ti risponderemo in poche ore.

Approfondimenti esterni

Segnaliamo infine un paio di articoli di altri siti a nostro avviso ben scritti sul tema: AimItaliaNews https://www.aimitalia.news/p/aim-italia-guida-per-principianti.html e Borsa Italiana https://www.borsaitaliana.it/azioni/mercati/aim-italia/perche-aim-italia/percheaimitalia.htm#:~:text=Contatti-,Perch%C3%A8%20AIM%20Italia,ed%20adempimenti%20informativi%20ex%20post.

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